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Singapore: la porta d’accesso ai mercati dell’Estremo Oriente

Singapore: la porta d'accesso ai mercati dell'Estremo Oriente

Singapore è una realtà ancora in gran parte sconosciuta agli italiani. Ma se il mese scorso è stata nominata come la città asiatica “più pronta al futuro” dalla rivista FDI Intelligence del Financial Times (Shanghai e Seoul seconda e terza, ndr), sarà bene accendere un faro su questa città-stato che è IL polo economico per il Sud-Est Asiatico, polo che catalizza le attenzioni dei player globali, e di un mercato di circa 600 milioni di abitanti nei paesi facenti parte dell’ASEAN (Association of South-East Asian Nations; in italiano: Associazione delle Nazioni dell’Asia Sud-Orientale).

Singapore infatti ha da sempre favorito ed attratto gli investimenti esteri diretti: il governo ha costruito un ambiente di super-efficienza in termini di logistica, infrastrutture e legislazione (trasparenza e snellezza burocratica). C’é anche un favorevole regime fiscale e un’elevata protezione della proprietà intellettuale.

Proprio per questi ultimi aspetti è da ricordare che il legislatore italiano ha inserito Singapore tra le giurisdizioni a tassazione agevolata, considerato il livello di tassazione inferiore e l’assenza di scambi di informazioni tra i due paesi. Singapore risulta essere annoverata tra i cosiddetti “paesi black list” per quanto concerne l’amministrazione finanziaria italiana (unico in Europa), mentre non viene considerata tale dall’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico).

Il sistema tributario si compone essenzialmente di tre tributi: l’imposta sul reddito delle persone fisiche o “Personal Income Tax“, l’imposta sulle società o “Corporate Income Tax” e la tassa sulla proprietà immobiliare o “tassa di proprietà”.

Per quanto concerne la Personal Income Tax le aliquote dell’imposta sul reddito oscillano tra lo 0% e il 20% per un reddito a carico superiore ai 320.000 dollari di Singapore (poco meno di 210.000 Euro). L’imposta viene calcolata in maniera differente a seconda della residenza del contribuente a Singapore: ai fini fiscali sono considerati residenti i cittadini di Singapore, chi è residente permanente e chi si trova o lavora nel Paese per più di 183 giorni all’anno. Una distinzione importante da considerare visto che molte deduzioni sono riservate ai residenti.

Relativamente alla Corporate Income Tax una società è tassata al 17% su qualsiasi reddito realizzato a Singapore o all’estero, indipendentemente dallo status di residenza fiscale a Singapore della società (status che dipende dal luogo di esercizio del controllo e della gestione degli affari della società).

Sono molti gli incentivi previsti dal sistema fiscale per attrarre gli investimenti esteri e supportare gli investitori: benefit fiscali alle società che si insediano a Singapore; 15 anni di esenzione dall’imposta sui redditi per incoraggiare l’introduzione di nuove industrie nel Paese; esenzione piena o parziale dalle ritenute per le royalties pagate a non residenti. Sono inoltre garantiti incentivi per chi investe in nuovi macchinari tecnologici, ricerca, sviluppo e formazione del personale e aliquote ridotte per particolari categorie di attività economiche. Per incoraggiare lo sviluppo di specifiche iniziative imprenditoriali, inoltre, l’Autorità finanziaria ha introdotto l’esenzione dal pagamento dell’imposta per i primi 100.000 dollari di imponibile per le società in fase di start-up durante i primi 3 anni di esercizio dell’attività.

Il Sud-Est asiatico è cresciuto in modo esponenziale fin dalla fine degli anni 1990, e oggi troviamo Paesi come il Vietnam, la Thailandia, la Malesia e le Filippine, con un tasso di crescita che in Italia è utopico ad oggi. Proprio per questo il ruolo di Singapore risulta di primaria importanza per gli investimenti esteri in una zona strategica dal punto di vista commerciale, finanziario ed industriale.